Pochi anni prima che Padova cadesse sotto la tirannide di Ezzelino, il che avvenne nel 1238, era morto Manfredo conte di Baone sui colli Euganei, e lascio unica erede sua figlia Cecilia che fu posta sotto. la tutela di certo Spinabello. Essendo la fanciulla assai ricca, Spinabello penso di maritarla con un giovane di pari grado, e propose al ricco feudatario Tisone da Camposampiero di darla in moglie al di lui figlio Gerardo, purché a lui fosse data una somma di denaro. Tisone allora volle consigliarsi con Ezzelino il Balbo suo suocero e padre del futuro tiranno, perché Tisone aveva sposato Cunizza sorella del tiranno stesso. Ma il Balbo, vedendo che quel matrimonio sarebbe stato vantaggioso per suo figlio, rispose al genero che avrebbe riflettuto sul consiglio da dargli, e chiamato Spinabello gli offerse il doppio della somma che chiedeva, perché desse, come tutore, il suo consenso alle nozze di Cecilia col futuro tiranno; cosi avvenne, e pochi giorni dopo si celebrarono a Bassano le disgraziate nozze. I Camposampiero giurarono vendetta, ed un giorno che Cecilia venne sui Colli Euganei a visitare i suoi possedimenti, la rapirono e poi disonorata la rimandarono al marito. Ezzelino ripudio la moglie, e poi assali a tradimento un castello dei Camposampiero e fece prigioniero uno di loro che si chiamava Guglielmo. Tutta Padova si sdegno per questo, ed i Padovani decisero di far guerra agli Ezzelini e guidati dal Podestà Stefano Badoero marciarono verso Bassano. Il vecchio Ezzelino il Balbo vista l'inferiorità delle forze di suo figlio lo consiglio a cedere, predicendogli pero che presto sarebbe divenuto padrone di Padova e di tutto il suo territorio. Cosi per il momento fu fatta la pace ma pochi anni dopo, la predizione del vecchio si avvero ed Ezzelino s'impadronì di Padova. Tremende furono Ie vendette che il feroce' uomo esegui, confisco tutti i beni dei Camposampiero, tra i quali il palazzo che ancora esiste in via S. Lucia e che il popolo chiama Casa di Ezzelino perche in esso andò ad abitare il tiranno. Ma nel 1256 i profughi padovani capitanati da Tiso da Camposampiero, il medesimo che anni prima aveva nel suo paese ospitato S. Antonio, assaltarono la città e la tolsero all'usurpatore, come leggesi nella lapide posta sulla Porta Altinate.. |
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